Disattivare i servizi a pagamento: scopri come

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I VAS sono servizi aggiuntivi che vengono addebitati senza il consenso del cliente durante la navigazione in rete da dispositivo mobile. Conoscerne le caratteristiche è fondamentale per impedire che il proprio credito venga prosciugato. Scopri come qui!

I VAS (Value Added Service) sono servizi aggiuntivi che vengono spesso attivati in maniera truffaldina, addebitando un canone in abbonamento mensile o settimanale sulla linea telefonica dell’utente, senza che questo ne sia consapevole o l’abbia richiesta. I contenuti che possono innescare i VAS sono di varia natura e nascosti nelle pagine web: imbattersi in un servizio a pagamento indesiderato, mentre si naviga in rete dal proprio smartphone o tablet è infatti più facile di quanto si possa pensare.

Esiste un modo per liberarsi di questo inconveniente? Fortunatamente sì, anche se la disattivazione dei servizi a pagamento non richiesti è molto più lenta della loro installazione, che invece è immediata.

Cosa sono i servizi a pagamento?

Comprendere che cosa sono i servizi VAS è il primo passo per evitare di cadere nella loro rete. I Value Added Services sono dei servizi a pagamento che si attivano automaticamente, senza che sia richiesta l’autorizzazione da parte dell’utente. Si tratta di abbonamenti per la fruizione di contenuti mediali di vario tipo, che non sono inclusi nel servizio base erogato dall’operatore telefonico (che invece comprende le chiamate, i messaggi, la connessione ad Internet, ecc.). Essendo al di fuori del pacchetto concordato dal cliente con il proprio operatore, tali servizi richiedono un sovrapprezzo.

Tra i VAS più comuni figurano giochi di varia natura, oroscopi web, informazioni metereologiche, news di gossip, abbonamenti a videoteche online: la loro attivazione resta nella maggior parte dei casi misteriosa. Il servizio può entrare in funzione anche in autonomia, nel momento in cui l’utente accede ad Internet dal suo smartphone. La sicurezza e la raccomandabilità delle pagine web incidono solo in parte su questo fenomeno: l’utente può imbattersi in un VAS anche solo visitando un sito o aprendo una pagina web, senza che possa fare niente per evitarlo. Per questo è raccomandabile evitare di cliccare banner pubblicitari o link sospetti.

La frequenza con la quale si sfruttano i VAS per effettuare truffe ha raggiunto livelli tali da spingere l’Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni a stabilire un preciso codice di condotta al riguardo. Secondo queste linee guida, si può considerare indebita l’attivazione di un VAS che sia stata generata da un solo clic da parte dell’utente. Per legittimare un servizio extra su un dispositivo mobile è invece necessario il cosiddetto doppio clic: solo se il cliente ha cliccato per esprimere la sua adesione al servizio in due schermate consecutive l’abbonamento non può essere più reclamato come involontario.

L’attivazione dei servizi a pagamento non richiesti, involontaria o meno, può essere segnalata con un SMS: all’interno del messaggio ricevuto vengono forniti i dati dell’abbonamento – il nome, la descrizione del servizio e l’indicazione di un numero verde per ottenere informazioni al riguardo – e i costi che vengono addebitati in automatico sulla linea telefonica dell’utente.

Come disattivare i servizi a pagamento?

Per disattivare i servizi a pagamento l’iter può essere lungo e complicato, ma esiste un’arma che l’utente può usare a suo vantaggio: il diritto di ripensamento.

Di che cosa si tratta? Il diritto di ripensamento è uno strumento con cui è possibile impedire che i VAS prosciughino il proprio credito telefonico nel giro di poche ore. Questo prevede la possibilità, da parte dell’utente, di annullare l’abbonamento indesiderato non appena si rende conto dell’errore: tale diritto è esercitabile entro 6 ore dall’acquisto. In altre parole, grazie al diritto di ripensamento, l’utente incappato in un VAS ha 6 ore di tempo – conteggiato a partire dalla ricezione dell’SMS – per chiamare il numero verde che gli è stato segnalato per disattivare il servizio e richiedere un rimborso. In questo secondo caso è necessario contattare sia il fornitore del servizio sia il proprio operatore e, affinché l’operazione vada a buon fine, la richiesta di rimborso deve:

  • essere inoltrata entro 6 mesi dall’acquisto o dall’abbonamento;
  • essere supportata da prove valide da poter esibire: ad esempio assenza del doppio clic, mancanza del log di acquisto o dell’SMS di attivazione, ecc.

 

A partire dallo scorso gennaio 2020, la procedura per esercitare il diritto di ripensamento può essere eseguita anche tramite SMS. Si tratta di una modalità ancora poco diffusa, ma talvolta il messaggio ricevuto ad avvenuta attivazione include anche informazioni sulla disdetta del servizio: in questo caso basta rispondere al numero indicato digitando «NO» o «STOP» come unico contenuto del messaggio. Tuttavia, questa procedura non va sempre a buon fine: è consigliabile contattare il servizio clienti del proprio operatore telefonico per verificare che non ci siano più VAS attivi sulla propria linea.

Trascorse le 6 ore di ripensamento, l’utente deve trovare un altro modo per annullare il servizio a pagamento. Se si prende visione del messaggio troppo tardi, infatti, l’unica strada da percorrere è quella di rivolgersi al call center del proprio operatore. Ciascuno dei maggiori player del settore della telefonia italiana mette a disposizione delle semplici procedure che possono risolvere il problema. Per esempio:

  • Iliad: l’operatore francese mette a disposizione la possibilità di disattivare i servizi a pagamento indesiderati rivolgendosi al call center attivo al numero 177; l’utente viene messo in contatto con un operatore che provvederà alla disdetta dei servizi business. In alternativa, si può raggiungere lo stesso risultato attraverso l’app di Iliad o il sito web del gestore, accedendo alla propria area riservata alla voce “Le mie opzioni”.

 

  • Vodafone: la disattivazione dei servizi a pagamento indesiderati può essere effettuata chiamando il servizio clienti al 190, che mette il cliente in contatto con un operatore Vodafone. Lo stesso risultato può essere ottenuto accedendo al sito Internet di Vodafone, tramite la sezione Fai da te.

 

  • Kena Mobile, Mobile e Very Mobile: questi operatori sollevano l’utente da ogni tipo preoccupazione, garantendo il blocco preventivo dei VAS. I clienti Kena e ho. usufruiscono di un sistema di disattivazione dei servizi business di default che li protegge dai rischi dei VAS.

 

I principali operatori italiani si sono adoperati per attuare dei metodi e delle procedure per venire incontro alle esigenze dei clienti che devono risolvere il problema dei servizi a pagamento indesiderati. Esiste tuttavia un modo per eliminare gran parte dei passaggi sopradetti, snellire la procedura e disattivare tutti i servizi extra a pagamento direttamente dal proprio cellulare.

La soluzione più utilizzata è, infatti, il barring SMS: si tratta di una procedura che permette di inoltrare al proprio operatore telefonico una richiesta di blocco preventivo di qualsiasi VAS. Tale procedura consente di bloccare ogni tipo di addebito automatico sul proprio credito residuo mentre si naviga su Internet. L’utente non deve fare altro che chiamare il servizio clienti del proprio operatore e richiedere l’attivazione del barring: in questo modo, i VAS verranno bloccati prima che possano entrare in azione.

Se l’operatore è TIM, per esempio, le opzioni che permettono di attivare il barring sono:

  • accedere all’area personale MyTIM Mobile sul sito web o sull’app gratuita MyTIM;
  • chiamare il 119 di TIM;
  • attivare TIM Ricarica Automatica.

 

Gli altri operatori hanno sviluppato procedure simili. Ad esempio WINDTRE consente di procedere con il barring accedendo alla propria area riservata online. Da qui, al contrario di quanto accade con altri competitors, il cliente ha la possibilità di attivare diverse tipologie di blocco, più o meno radicali; qualora fosse necessario modificarla in un secondo momento, bisogna rivolgersi a uno dei rivenditori autorizzati Wind oppure chiamare il numero verde per l’assistenza.

In conclusione, è opportuno sottolineare che il problema dei VAS, nonostante sia un fastidioso inconveniente per gli utenti, può essere risolto in maniera radicale e all’origine. Su questo tema, l’Autorità garante delle comunicazioni ha aggiornato il codice di condotta per l’offerta dei servizi premium (CASP 4.0): questo documento lascia sperare che entro maggio 2021 gli operatori telefonici si impegnino in una più accorta soppressione preventiva dei VAS, istituendo un servizio di segnalazione tempestiva ai propri clienti.

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